F1 – Differenza tra musica sacra e musica liturgica

Ogni volta arriva il dubbio molto comune quando pensiamo alla musica nel cattolicesimo: qual è la differenza tra musica sacra e musica liturgica.

Chiunque operi nella liturgia come animatore, salmista o semplice operatore, sicuramente si è sempre posto la domanda: Qual è la differenza tra musica sacra e musica liturgica?. La ricerca, spesso confonde ma siamo qui per dare un indirizzo corretto e svelare questo arcano “secolare”.

Tutti sanno che tra la Musica sacra e la sacra Liturgia intercorre, per la loro stessa natura, una così stretta relazione, che non è possibile fissare leggi o dare norme intorno all’una trascurando l’altra. In realtà, anche nei documenti pontifici e decreti della Sacra Congregazione dei Riti, ricorrono continuamente cose relative alla Musica sacra e insieme alla sacra Liturgia.

In generale, la risoluzione è nel vocabolario della lingua latina: l’aggettivo sacro (etimologia da ricondursi al latino sacer, forma arcaica sakros, saqāru “invocare la divinità” e saqru  “elevato”) indica che il tema religioso, cioè le cose sacre, sono al centro del termine che lo accompagna. Pertanto, l’arte sacra è l’insieme di dipinti, sculture e architetture che ritraggono e sono ispirati da elementi di origine religiosa. Allo stesso modo, la musica sacra ha come oggetto il sacro.

La musica liturgica, a sua volta, non ha solo il sacro come tema, ma ha anche una funzione specifica all’interno dei riti. Per questo, non è sufficiente che un brano  tratti solo temi sacri, ma deve seguire una serie di criteri per adattarsi alla funzione che mira a svolgere all’interno del rito: appunto una funzione liturgica. Musiche come il Gloria, il Santo o il Padre Nostro, sono esempi classici di musica che devono necessariamente accompagnare una formula verbale fissa, altrimenti non sarebbero adatti all’uso liturgico.

Approfondendo la questione, vediamo come la chiave di lettura per capire cos’è la musica liturgica, soprattutto, è la sua adeguatezza ai bisogni della celebrazione. Questo fa sorgere la distinzione: quando troviamo per esempio, un brano favorevole al tempo dell’avvento molto probabilmente non sarà adatto per la Quaresima o addirittura per il tempo ordinario. In pratica, bisogna toccare il requisito tecnico.

È anche il caso dei salmi. Ogni giorno dell’anno liturgico ha il suo salmo e spostarne la collocazione significherebbe rattoppare la liturgia ad uso se non proprio gusto personale.

In breve: non tutti i brani che hanno il tema sacro possono essere considerate musica liturgica, sebbene tutto il canto liturgico sia anche musica sacra. Tuttavia, per quest’ultimo, non è sufficiente che il suo tema sia religioso, ma è anche necessario soddisfare una serie di criteri molto specifici, come testi, melodia, forma e collocazione dell’esecuzione.

C’è anche la cosiddetta musica cattolica, di solito suonata in incontri di gruppo e pastorali. Come la musica sacra, questo tipo di musica affronta il tema religioso, ma spesso mescolato con altri temi, diluendo il contenuto religioso e mostrando una tendenza a usare elementi di musica secolare. Ecco perché oggi ci sono generi come Rock Liturgico e Musica Leggera Cattolica. Vale la pena ricordare che la musica cattolica ha un ruolo importante da svolgere, ma che non deve essere confuso con il ruolo che la musica liturgica possiede.

Ogni elemento ha il suo posto e bisogna rispettarlo; esattamente come tutti i partecipanti alla liturgia.

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