A cura di Rocco Alessio Corleto, Maestro Direttore Ufficio Musica Diocesano
1. PREMESSA: Il tempo di mezzo: kairós
Bisogna intendere il tempo di Quaresima come l’applicazione di un periodo di mezzo, diviso tra azione e tempo, che potremmo definire quasi kairós. Esiodo parlava di tale aspetto definendolo come “tutto ciò che c’è di meglio di qualcosa” ed ecco: possiamo dire che la quaresima è lo strumento di connessione migliore con la vera essenza pasquale.
E la musica? Per tal motivo, non potrà portar tristezza o semplice riflessione: sarà adatta ad ogni singolo momento e ne favorirà una localizzazione specifica all’interno del contesto o del rito.
Siamo abituati a pensare il tempo quaresimale solo in tono minore, con brani eseguiti in stile nenia andalusa e, probabilmente, è ciò a volte limita l’intenzione voluta dai riti del tempo.
L’animazione deve seguire la regola dell’essenzialità e nella scelta dei canti bisogna seguire un iter, quasi come vademecum:
– Garantire la sobrietà (anche musicale)
– Rispettare l’essenza intrinseca dei testi proclamati
– Osservare il rispetto dei momenti e delle azioni compiute
2. L’Acclamazione al Vangelo
Sobrietà, essenza e osservanza, chiaramente, non precludono la consonanza con i momenti delle celebrazioni; per tal motivo scegliamo di parlare dell’acclamazione al vangelo.
Si giunge in tale momento con il terrore di dire la parola “alleluia” (perché non si può dire prima di Pasqua), di suonare troppo, di eseguire brani che richiamano alla Pasqua; ma cos’è la proclamazione del Vangelo nella celebrazione eucaristica? Non è una “rispolverata del cammino continuo verso la Pasqua di risurrezione”?
Dunque: cantiamolo! Gioiamo e acclamiamo la parola di Dio com’è giusto che venga fatto!
3. La proposta
Abbiamo pensato di consigliare un brano definito appunto “Canto all’acclamazione del Vangelo” e che esprime una giusta dose di allegria, consona con il momento. Si tratta di Lode a Te o Cristo, brano scritto da Mons. Liberto e da me elaborato.
Come scriviamo nelle note di esecuzione, l’acclamazione va eseguita con festosa solennità, recuperando pienamente il senso di festa che si richiede appunto per le acclamazioni.
Nell’esecuzione, va proposta inizialmente dal solista (o dal coro all’unisono), incoraggiando a seguire la ripresa dell’assemblea. A conclusione, il coro può eseguire la polifonia a cappella.