Fiori e musica: una connessione che in un modo o nell’altro rimanda ad una mera apparenza. Vediamone la simbologia e l’applicazione liturgica!
Qualche tempo fa, entrai nella chiesa della mia parrocchia per puro caso e vidi provenire, dal suo interno, un doppio elemento: profumo e suono! Vi stavano celebrando un matrimonio, quindi nulla di tanto strano; mi balzò però una domanda: fiori sfarzosi e musica adattata. E’ quindi tutto basato sull’apparenza? Ho indagato e in questo articolo cercherò di darmi una risposta.
Riporto qui di seguito alcune righe tratte dal Notiziario online dell’Edizione San Paolo.
L’abitudine di abbellire gli ambienti con fiori o fogliame accompagna la vita sociale fino dai tempi più antichi; da sempre i momenti importanti sono accompagnati da un elemento vegetale, così tra gli Egizi come presso gli antichi Romani. Anche nella liturgia e nella preghiera cristiana compaiono fiori, foglie, frutti tra le offerte che vengono presentate. Il piccolo libro liturgico prezioso del II secolo La Tradizione apostolica dice: «Si offrano rose e gigli» (n. 32). San Girolamo racconta del prete Nepoziano che amava decorare la chiesa con fiori e festoni (cf. SAN GIROLAMO, Le lettere, Ed. Città Nuova, pp. 125-126).
Una vera e propria arte decorativa con fiori freschi e fogliame, arriva tuttavia in Occidente più tardi, dopo le grandi scoperte e l’epoca del colonialismo che fa conoscere e importare in Europa nuove specie di fiori e piante. La maggiore disponibilità di elementi vegetali favorisce il sorgere di un interesse particolare. La decorazione occidentale classica nasce in Inghilterra e viene per la prima volta descritta con regole e canoni ben definiti da Constance Spry, decoratrice floreale nella Londra degli anni ’30 del Novecento. Nei corsi di formazione all’arte floreale per la liturgia vengono insegnate le forme classiche o di scuola, come il triangolo nelle sue varianti, la sfera e semisfera, la colonnare, la linea Hogart detta anche della bellezza. Con lo studio e la realizzazione di queste forme, i partecipanti perfezionano la loro manualità, esercitano l’occhio nel creare armonia di colori, di forme e l’architettura della composizione, imparando le regole fondamentali da applicare poi con libertà in ogni realizzazione. Parte importante nei corsi offerti dall’équipe di questa nostra Rivista, è la conoscenza teorica e pratica della liturgia della Chiesa nelle sue diverse azioni sacre con al centro i sacramenti, specie l’Eucaristia, nelle diverse stagioni dell’Anno liturgico con le sue domeniche, solennità e feste. Un’introduzione alla lettura corretta dello spazio liturgico e le sue articolazioni con particolare attenzione all’altare, all’ambone e al battistero, alla custodia eucaristica, alle immagini, insegna a «fiorire» con senso uno spazio trasfigurato dal celebrare liturgico.
Lo stesso atteggiamento, soprattutto connesso ai riti più forti quali quello legati al matrimonio, si sta diffondendo per le animazioni liturgiche delle nostre funzioni. Esistono corsi, master, percorsi accademici, ma spesso ci si limita a riprodurre musica per il puro scopo di fare un sottofondo, abbandonando l’idea di favorire la nascita di un interesse particolare. Insomma, pensiamo questo: fiori sfarzosi e inadatti, musica arrangiata e inadatta ed entrambi i nostri sensi (olfatto e udito) vengono bombardati da informazioni dissonanti con il clima e il luogo.
Ma cosa bisogna fare? Buttiamo via l’idea dell’apparenza!
La stessa attenzione che si dedica all’addobbo dei fiori, deve essere dedicata alla scelta di un repertorio consono; così come per la lettura liturgica, la consonanza e il rimando alla simbologia cristiana. Penso che mai nessuna sposa addobberebbe la chiesa di un viola quaresimale; tanto meno dovrebbe richiedere all’organista di suonare “Certe Notti” di Ligabue. Tutto si muove sull’apparenza, sul rendere particolare, ma nella maggior parte dei casi vien fuori un assemblaggio blando e senza significato…ma ritorniamo all’inizio e ricostruiamo quello che dovrebbe essere uno prototipo corretto.
Qualche tempo fa, entrai nella chiesa della mia parrocchia per puro caso e vidi provenire, dal suo interno, un doppio elemento: profumo e suono! Vi stavano celebrando un matrimonio, e notai subito: fiori di un bianco eccellente, momento dell’offertorio con un bel canto processionale in cui le voci annunciano l’offerta da presentare a Dio.
Questo sarebbe una buona riuscita!