Dall’enciclica alla musica – un canto che riassume la “Fratelli Tutti”

Articolo sul lavoro di trasposizione dall’enciclica “Fratelli Tutti” ad un canto –  estratto liberamente dalla rivista Psallite.net

L’idea di proporre ad una assemblea media il contenuto di una enciclica attraverso un canto, è una formula che trova radici in secoli e secoli di storia della chiesa, sempre pronta a raccontare ai propri fedeli i misteri biblici impiegando l’arte come mezzo di comunicazione privilegiato. Come dimenticare le famose vetrate, gli affreschi, i dipinti…e anche la musica. Riportiamo il lavoro svolto dal giovane maestro Isaia Ravelli, sul testo della “Fratelli tutti”.

Questo canto nasce su richiesta di un direttore di coro del nord della Francia da sempre attento alla musica liturgica: suo desiderio era quello di poter tradurre in musica l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco così da poterlo proporre alle assemblee domenicali della cattedrale in cui presta servizio. Per questo motivo il testo che mi ha proposto è in lingua francese ed è frutto del lavoro di Marie-Antoinette Noury, autrice di testi di diversi canti liturgici in uso attualmente in Francia. Il ritornello – che nomina per tre volte in italiano il titolo dell’enciclica – pone l’accento sulla figliolanza nell’unico Padre, sull’esultanza di gioia della terra nel soffio dello Spirito del Risorto. Il canto è stato poi tradotto con cura in lingua italiana da Gianluca Chemini, attuale maestro di cappella del Seminario arcivescovile di Milano.

La melodia del ritornello è molto semplice così da essere cantata con facilità dall’assemblea. Le armonie danno un tocco di colore alla parola “Padre” ed insieme al suono della tromba caratterizzano l’esultanza e la gioia del canto. Per quanto riguarda le strofe italiane – scritte per solista ed organo -, dal punto di vista tematico riprendono le originali in francese, accentuando però il tema della fraternità intesa come incontro autentico con l’altro. Le relazioni sono descritte evocativamente come fili che si intrecciano e che intessono una rete di amore e di perdono in grado di coprire tutto il mondo, irradiando pace e speranza. I valori di fraternità universale cui papa Francesco invita con la sua Enciclica, infatti, non nascono a partire da grandi atti istituzionali, ma si costruiscono e si sperimentano giorno per giorno, nel piccolo delle nostre vite e delle nostre relazioni più quotidiane.

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